La meraviglia che guida alla scoperta del mondo


Nel corso del nostro Open day di primavera, sabato 13 aprile, gli alunni di classe IV Primaria hanno raccontato ai genitori e a tutti i presenti la loro esperienza nel progetto continuità, curato – e realizzato insieme a loro – dai docenti della Scuola Secondaria di I grado e dalla maestra Letizia Massaro.

 

Il Progetto continuità si svolge ogni anno, in forma laboratoriale, e prevede che i docenti della Scuola Secondaria di I grado tengano alcune lezioni speciali, strutturate insieme alla maestra di classe, e dedicate agli alunni della classe IV. L’obiettivo è coinvolgere gli alunni e le alunne in attività che – nei contenuti, nel metodo e nella impostazione delle lezioni – consentano loro di “testare” il metodo di lavoro della Scuola Secondaria, cominciare a conoscere i docenti e il loro modo di lavorare in classe. Un aspetto molto importante, in questa direzione, è anche la possibilità di presentare – in un momento dedicato – gli esiti del percorso.

Riportiamo qui di seguito il racconto di alcuni degli alunni e delle alunne che hanno lavorato con i diversi docenti sul tema della “meraviglia”.

 

       Percorso con la prof.ssa Barbara Brena – Lettere 

  1. Con la prof.ssa Brena, abbiamo affrontato il tema della meraviglia attraverso la lettura di una favola scritta da Galileo Galilei, intitolata “La favola dei suoni”. Attraverso questa lettura, abbiamo potuto conoscere la capacità, tipica degli studiosi, di osservare con umiltà, curiosità e meraviglia tutto ciò che lo circonda, consapevole che i risultati a cui giunge potranno un giorno essere contraddetti o ampliati da nuove scoperte. Abbiamo inizialmente riflettuto sul significato che ha la parola “meraviglia”, pensando soprattutto alla nostra esperienza personale e alle occasioni in cui ciascuno di noi ha provato questo sentimento.
  2. Attraverso il racconto, abbiamo potuto notare che un posto importante aveva anche la parola “curiosità”, caratteristica questa che ci spinge a fare nuove esperienze e ad imparare. Abbiamo inoltre capito che non si smette mai di imparare, basta soltanto non essere convinti di conoscere tutto perché, come dice Galileo, “il sapere è infinito”. Galileo, infatti, ci presenta un uomo intelligente, curioso e dotato di capacità di osservazione che desidera capire in quale modo si generino i suoni. In un primo momento, crede per certo che esistano solo due modi per produrre i suoni, cioè quelli che lui conosce, il canto degli uccelli e la melodia prodotta dallo zufolo.
  3. Poi, il susseguirsi di esperienze diverse gli insegna che esistono tante altre maniere di produrre i suoni e che è da sciocchi pensare di conoscere tutto: la natura, infatti, ci offre infinite possibilità di acquisire nuove conoscenze, basta saperle scorgere senza avere la presunzione di sapere già tutto. Al termine, abbiamo riflettuto sulle parole di Galileo e abbiamo messo in evidenza gli insegnamenti che abbiamo potuto trarre dalla sua favola. In seguito, con l’aiuto di alcuni ragazzi della scuola secondaria, abbiamo raccontato, in un testo, le occasioni in cui noi abbiamo provato stupore di fronte ad una nostra esperienza e abbiamo realizzato il lavoro che potete ammirare in questi cartelloni.Percorso con la prof.ssa Giulia Marelli – Scienze  
  1. La meraviglia guida da sempre l’uomo nella scoperta del mondo e nello studio delle scienze, ma come affrontarle? Si può partire dalle informazioni scritte in un libro, oppure dall’osservazione di un ambiente o di un fenomeno fisico e porsi domande a cui dare una risposta usando creatività e ingegno.
  2. Per metterci anche noi alla prova, abbiamo svolto tre attività:
    a) Con la Maestra Letizia e la Prof.ssa Marelli abbiamo passeggiato nel Parco Borromeo dove abbiamo raccolto foglie e frutti per poterli osservare e lasciarci affascinare dai loro colori e dalle loro forme.
    b) In laboratorio abbiamo osservato alcuni materiali al microscopio: la lana che è una fibra di origine animale, e il cotone, che è una fibra di origine vegetale. Sono diverse! Osservatele anche voi per vedere la loro struttura tutta attorcigliata.
    3. In classe abbiamo poi parlato di capillarità, cioè un fenomeno per il quale l’acqua tende a risalire lungo tubicini tanto sottili da sembrare capelli. Abbiamo ritagliato dei fiori di carta e ne abbiamo ripiegato i petali. Abbiamo poi appoggiato il fiore sull’acqua ed è … sbocciato, cioè i suoi petali si sono aperti perché la carta ha assorbito l’acqua che ha fatto così distendere i petali. Questo avviene anche in natura. Prova anche tu!